Auguri dei Ministri Provinciali Frati Minori Cappuccini di Sicilia

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“È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone”. (Tito 2,11-14)

Fratelli carissimi,

il Signore vi dia pace.

E’ vicino il Natale del Signore, Natale 2020, che certamente ricorderemo come un momento diverso dagli altri anni. Sono tante le discussioni che si stanno facendo attorno a questa festa in questi giorni, e notiamo come essa coinvolge tutti gli ambiti:  politico, commerciale, sentimentale e, speriamo non per ultimo, religioso perché è un occasione per riscoprirne il senso vero.

Nella Messa della notte del Natale ogni anno viene proclamata la lettera di Paolo a Tito che vuole annunciare ciò che Dio fa fatto per l’uomo e ciò che l’uomo può fare accogliendo la sua grazia.

Con l’incarnazione di Gesù “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” (Tt 2,11). L’affermazione dell’Apostolo Paolo ci invita a cogliere la dimensione più profonda del Natale: la sua dimensione divina. È apparsa la grazia di Dio perché il bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia è il Figlio unigenito di Dio: è Dio stesso. Non dimentichiamo che “Francesco aveva per il Natale del Signore più devozione che per qualunque altra festività dell’anno. Invero, benché il Signore abbia operato la nostra salvezza nelle altre solennità, diceva il Santo che fu dal giorno della sua nascita che egli si impegnò a salvarci. E voleva che a Natale ogni cristiano esultasse nel Signore e per amore di lui, il quale ha dato a noi tutto se stesso, fosse gioiosamente generoso non solo con i bisognosi, ma anche con gli animali e gli uccelli”. (FF 1669)

Appare la grazia di Dio che porta la salvezza a tutti gli uomini, perché in quel bambino la natura umana è stata assunta ad una dignità sublime. E “con la sua Incarnazione … il Figlio stesso di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato” (Gaudium et Spes, 22). A Natale, Dio dimostra il suo supremo interesse per l’uomo, la sua infinita passione per l’uomo perché Egli comincia a vivere la stessa vita dell’uomo, perché l’uomo cominci a vivere la vita di Dio.

L’insegnamento dell’Apostolo Paolo ci svela anche la dimensione umana del Natale: la grazia di Dio “… ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà” (Tt 2,12). La grazia di Dio invita con forza e dolcezza l’uomo ad appropriarsi pienamente della dignità propria della sua natura, il cui splendore rifulge nel Verbo incarnato. Se in ciascuno di noi si realizza questo processo profondo, questa conversione dalla nostra empietà e dai nostri desideri cattivi, cominceremo a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia, e con pietà. Sobrietà nell’uso delle creature, un cammino di vera libertà; giustizia nei rapporti con le persone e nella continua ricerca della volontà di Dio; infine la pietà verso ogni sofferenza umana e amore filiale verso il Padre nostro celeste.

In questo tempo abbiamo bisogno di ritornare a contemplare il Bambino Gesù che nasce povero per imparare da lui ed essere testimoni come Francesco; “Per acquisire la forma del vero discepolo di Gesù Cristo, che in modo mirabile apparve in san Francesco, impegniamoci a imitarlo, o meglio, a seguire Cristo in lui. Pertanto prendiamoci diligente cura, con la vita e con le opere, della eredità spirituale del nostro Fondatore e partecipiamola agli uomini di ogni tempo”. ( Cost 1, 3.2)

Nella sua realtà più vera, il Natale è Dio con noi. Sì, cari fratelli, Dio è con noi. Egli si è fatto piccolo per farci grandi. Il Natale è la celebrazione di un rinnovato impegno di amore, abbiamo tutti bisogno in un tempo segnato da numerose difficoltà e sofferenze dovute alla pandemia e alla crisi economico-finanziaria che sta pesantemente colpendo numerose famiglie, lavoratori e giovani, ai quali va tutta la nostra solidarietà umana e cristiana. Di un rinnovato impegno di amore abbiamo bisogno per dare valore e speranza al nostro vivere fraterno che, nelle nostre comunità è stato segnato in diversi modi.

Di fronte alle tante difficoltà, molti sono gli interrogativi che avvertiamo nel nostro cuore. Che cosa sta prevalendo nel mondo, la speranza, la ricerca del bene o la paura e la chiusura sempre più in sè stessi? Quali sentimenti abbiamo nel cuore verso i nostri fratelli ? A questi interrogativi del cuore risponde l’evento santo del Natale del Signore Gesù: “Non temete:… oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,11). Non la paura, ma la fiducia e la speranza dobbiamo pertanto coltivare, perché il Natale ci dona l’umile ed incrollabile certezza che ora e per sempre “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. Il Natale è l’evento della nascita di Dio fra gli uomini e come ogni nascita porta in sé speranza, sogni e vita. Possa davvero questo Natale portare nei nostri cuori e nelle nostre fraternità questi doni.

La Vergine madre che accolse e porto in grembo il Dio bambino, ci aiuti a generarlo ogni giorno. San Giuseppe sposo fedele, mite e attento, custodisca la santa Chiesa e tutti noi. Lo stupore di Francesco e Chiara dinanzi all’Altissimo “adagiato in una mangiatoia” (FF 2904) ci aiutino a contemplare il Dio bambino che nasce in mezzo a noi.

Buon Natale a tutti, il Signore vi benedica!

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